en-Work life balance: una filosofia di vita

24/01/2024

Il work life balance è un termine inglese che indica l'equilibrio ideale tra vita lavorativa e privata ed è un concetto esistenziale che vede nella "massima felicità del dipendente" il motore energetico per un lavoro produttivo e soddisfacente.

Una società orientata alla performance spesso ignora l'importanza del "dipendente felice", eppure molti studi a riguardo hanno sottolineato come il successo di un'azienda consista in massima parte con la realizzazione personale del dipendente.

Il concetto di work life balance è molto ampio: nato in Gran Bretagna intorno agli anni Settanta, è diventato oggi di strettissima attualità, soprattutto nell'ultimo periodo in cui lo sviluppo della tecnologia ha reso sempre più labile il confine tra vita privata e sfera professionale, sia per i tempi che per gli spazi fisici del lavoro.

Bilanciare i due aspetti, professionale e personale, non significa però dedicare le stesse ore della giornata al lavoro e alla vita privata, sarebbe poco realistico e anche inefficiente.

Ogni persona ha un proprio punto di equilibrio che differisce dagli altri in base all'età, alle esigenze familiari o di altre attività extra lavorative: ognuno ha una propria visione della vita secondo cui ridefinisce spazi e tempi del quotidiano e l'ideale di work life balance può anche differire in base ai periodi dell'anno perché ciascun individuo ha priorità diverse.

A tal proposito l'attenzione e la sensibilità verso la qualità di vita dei lavoratori sono aspetti presi sempre più in considerazione dalle aziende negli ultimi anni, adottando approcci personali nella progettazione di iniziative per migliorare l'equilibrio casa-lavoro.

Al centro del significato di work life balance ci sono due elementi chiave:

  • la soddisfazione data dall'attività lavorativa e dal conseguimento degli obiettivi.
  • Il benessere lavorativo e personale.

Non è possibile ottenere un equilibrio se manca la gratificazione o la felicità di fare ciò che si fa: il benessere non è determinato solo dal successo professionale o da quello personale, ma sono due forze che devono bilanciarsi e supportarsi l'una con l'altra.

Il work life balance nelle scelte dei dipendenti

Secondo una ricerca svolta dalla Randstad, la Randstad Employer Brand Research 2022, il work life balance si conferma uno dei fattori maggiormente ricercati dai lavoratori italiani (65% degli intervistati), insieme ad un clima aziendale piacevole.

Come raggiungere l'equilibrio tra vita privata e lavoro?

Ai dipendenti coinvolti nell'indagine è stato chiesto quali siano state le azioni intraprese dai datori di lavoro per migliorare l'equilibrio tra vita lavorativa e privata: il 42% delle preferenze ha indicato l'offerta di lavoro flessibile in smart working, seguita da altri benefit (34%) o da un'offerta di sviluppo di carriera (31%).

Per quanto riguarda le azioni intraprese dai lavoratori stessi, la maggioranza si è orientata verso un maggior ricorso al lavoro da remoto(22%) o la possibilità di beneficiare di fasce orarie flessibili(18%) e la riduzione di ore di straordinario (16%).

Ma come in tutte le cose esistono anche sani accorgimenti per mantenere tale bilanciamento tra lavoro e vita privata:

  • ritagliarsi più tempo per le relazioni sociali;
  • non trasformare il tempo libero in stress: non deve diventare una corsa a praticare tutte quelle attività che non si riescono a svolgere nella settimana, ma è bene ricercare momenti di relax e riposo mentale e fisico;
  • imparare a saper dire di no per non essere subissati di lavoro, definendo bene i confini con il datore di lavoro relativi alla propria disponibilità (diritto alla disconnessione)

Smart working e work life balance: normativa e scelte organizzative

Lo smart working è stato introdotto nel nostro ordinamento legislativo dalla L.81 del 22 maggio 2017 ed è stato definito dal legislatore quale «modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell'attività lavorativa» (art. 18, l. 81/2017).

Perché questa necessità di "normalizzare" lo smart working?

La società e il mercato del lavoro sono stati negli ultimi anni soggetti a modifiche di ordine sociale e demografico: sono cambiate le esigenze e rivoluzionari sono gli obiettivi di uomini e donne rendendo di fondamentale importanza per individui, aziende e organizzazioni la questione del work life balance, in quanto un lavoratore stressato e infelice si ripercuote in modo negativo sull'efficienza e la produttività.

Il lavoro agile non deve essere considerato, quindi, secondo le intenzioni del legislatore, solo un benefit per i dipendenti, ma di sicuro è da ritenersi quale strumento idoneo a migliorare qualità di vita e prestazioni lavorative.

L'accento è posto con più evidenza sulla "flessibilità", ovvero sulla possibilità del lavoratore di scegliere luogo e tempi per organizzare le attività ad esso assegnate, grazie soprattutto a strumenti tecnologici che agevolano il lavoro a distanza.

Lo smart working deve però essere organizzato in modo sano e adeguato, perché non va dimenticato i rischi che ad esso sono legati, quali ad esempio i rapporti umani sensibilmente ridotti o il sentirsi isolato dal contesto aziendale.

Quando lo smart working viene organizzato in rispetto della flessibilità, dell'autonomia e della reciproca fiducia, di certo incide in modo positivo sul work life balance.

Tuttavia l'esperienza degli anni di Covid ha posto in evidenza un'altra problematica sollevata dalla rottura della barriera tra vita lavorativa e privata, con un'eccessiva dilatazione dei tempi di lavoro che il Parlamento Europeo ha definito, con una risoluzione del gennaio scorso, "la cultura del sempre connesso".

Sono pertanto auspicabili politiche aziendali relative al corretto utilizzo dei dispositivi e finalizzate a garantire un uso appropriato della tecnologia e a evitare forme di invasione della vita privata mediante l'abuso di telefonate, sms o chat aziendali e l'invio di e-mail al di fuori dell'orario di lavoro e durante i periodi di ferie, riposo o malattia.

Sebbene non si possa dare per scontato la correlazione automatica tra smart working e produttività, è innegabile gli effetti positivi che si sono riscontrati sul work life balance e quale strumento di attrazione per nuovi talenti.

Con lo smart working verso una work life integration

La pandemia ha premuto l'acceleratore su alcune dinamiche sociali che da anni avanzavano a rilento: siamo protagonisti di un cambiamento che non riguarda solo le nuove modalità di lavoro, come lo smart working, ma in generale coinvolge l'intera nostra vita.

Le persone hanno rivalutato il loro lavoro, le loro priorità e riflettuto sul senso profondo della vita, fino a voler abbracciare filosofie che cambiano radicalmente il rapporto con il con il mondo dell'economia, una tra queste la YOLO (you only live once) economy: cambiare vita, il lavoro che non piace e sviluppare nuove competenze per non restare fuori dal mercato.

Viviamo quindi in una realtà accelerata in cui non è possibile distinguere in modo netto il reale dal virtuale e tutte le nostre esperienze di essere umani si fondono: in tale contesto post pandemia dove ogni equilibrio si è ribaltato, parlare di work life balance potrebbe risultare superato e utopistico, in contrasto con i nuovi stili di vita e modalità di lavoro "agili" in cui non si concepisce più una giornata fissa di otto/dieci ore di lavoro davanti a un computer.

Con lo smart working si è sempre più alla ricerca di una condizione di flessibilità e responsabilizzazione che valorizza la persona umana: stiamo imparando a considerare la nostra vita nella sua interezza e non più a compartimenti stagni e dannose classificazioni.

Ecco che subentra la nuova definizione di work life integration, un'evoluzione del work life balance, ovvero una integrazione tra vita e lavoro, un approccio che crea sinergie più attuabili in tutte le aree del quotidiano: lavoro, casa-famiglia, comunità, benessere personale e salute.

Come si può attuare tale integrazione?

Innanzitutto è importante focalizzarsi sui propri obiettivi e ridefinire le priorità, considerando noi stessi e gli altri come persone, senza doversi sballottare creando una separazione artificiale tra lavoro e vita, due aspetti che non devono essere in competizione, ma integrarsi tra di loro.

Le nuove tecnologie di certo sostengono e facilitano l'integrazione work-life, abbattendo quel muro che un tempo separava le due sfere: sta all'individuo decidere come comportarsi e come organizzare tempo libero e lavoro, come interagire al meglio con il team dei colleghi seppur lontano dall'ufficio, usufruendo di ogni benefit che la buona digitalizzazione consente.

Le distanze si sono accorciate, quelle geografiche e quelle interpersonali, e sia le aziende che le persone hanno avuto modo di ottemperare scelte più sostenibili a favore del benessere dei singoli e di una maggiore produttività.